Nel mondo delle lavorazioni industriali di altissima precisione, esistono diverse metodologie tra cui la tecnica di taglio a getto d’acqua, molto efficace e precisa. Tuttavia, un’altra opzione altrettanto valida e ampiamente utilizzata è l’elettroerosione a filo, in grado di erodere il materiale mediante l’utilizzo di scariche elettriche.
Come funziona il processo di elettroerosione a filo?
L’elettroerosione a filo consente di rimuovere una parte di materiale da una superficie metallica, dando al materiale la forma desiderata. Questo passaggio è particolarmente utile per scontornare i manufatti, dandogli una forma ben precisa. Il processo di elettroerosione a filo richiede che il materiale venga immerso in una vasca contenente un liquido dielettrico. La macchina utilizzata per l’elettroerosione trasmette scariche elettriche che alimentano il manufatto contraddistinto da polarità negative. L’elettrodo della macchina, alimentato a polarità positiva, fa sì che avvenga il processo di erosione.
Erosione: polarità positiva e negativa
Il processo di elettroerosione a filo si basa sulla differenza di potenziale tra un elettrodo, che ha una polarità positiva, e il manufatto che ha una polarità negativa. In questo modo, avviene la formazione di una scarica elettrica che erode il materiale.
Esistono due diverse tecniche di elettroerosione: a filo e a tuffo. La tecnica di elettroerosione a filo utilizza un filo conduttore come elettrodo, mentre la tecnica di elettroerosione a tuffo utilizza uno specifico elettrodo per dare la forma desiderata alla superficie. La tecnica di elettroerosione a filo viene scelta soprattutto per tagliare singoli componenti, in quanto è maggiormente precisa, versatile, affidabile e rapida. Al contrario, la tecnica di elettroerosione a tuffo richiede un elettrodo preciso per poter erodere il pezzo a piacimento.